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domenica 27 ottobre 2013

Il cuscino rapito

Nonostante le centinaia di persone, l'imbarco si svolge velocemente e senza intoppi. Sulle nostre poltrone, 36a e 36 c, finestrino e centrale, troviamo il necessario per tentare di dormire durante il lungo tragitto (12 ore circa): un cuscino ed una copertina di lana. Con qualche manovra di troppo, dovuta alla concitazione dei nostri compagni asiatici che sembrano aver smarrito la pazienza dimostrata alla coda del check in, ci accomodiamo. Il sedile non è neanche troppo stretto, pensavo peggio, ma ha una seduta un po' dura e forse troppo massacrata dalle migliaia di sederoni che l'hanno massaggiata prima di me.

Le hostess, magrissime e molto, molto carine, indossano un vestito attillato, senza giacca. Una fantasia da batik orientale, sui toni, per la verità molto slavati, del blu, arancione alcune (forse le più alte in grado) sul verde arancione le altre. Alla prima che vedo penso però ad un lavaggio troppo aggressivo, 

Nell'attesa di partire, alla ricerca della concentrazione per riuscire a dormire durante il volo nonostante l'orario, faccio delle prove di sistemazione, gonfiando il cuscinetto/collare e sistemando quello che ho trovato sulla poltrona a ridosso del finestrino. Mi sembra che, durezza della seduta a parte, ci si possa sistemare decentemente.

Subito dopo il decollo, mi accorgo però che il mio cuscino è sparito! Non lo trovo sotto il sedile, né da nessuna parte. Probabilmente mi è caduto dietro, ma le due signore giapponesi imiterò noi (che hanno la fortuna di viaggiare col posto centrale vuoto) non danno segno di averne visto le tracce. Scomparso, nel nulla. Forse rapito dalle nostre compagne dietro che lo avranno sicuramente usato per ammorbidire la seduta...

Verso  le 16.30, ci servono la cena: pollo in salsa di ostriche, riso basmati, qualche verdura lessata e formaggino. Poi, come dessert un gelatino Sammontana. Mmmm che buono!
Per avere il pollo io ed Enrico abbiamo riso come pazzi perché, arrivato il nostro turno, era finito!
Abbiamo aspettato un po', ma almeno è arrivato. Non come il mio succo che, anche, era finito, ma non era più tornato... Stessa storia del cuscino!

Durante il viaggio, faccio spesso training autogeno per rilassarmi e per dormire. In effetti però funziona perché riesco a riposare qualche ora anche grazie al cuscino di Enrico che impietosito dalla mia anziana disperazione, gentilmente mi regala. Lui invece non riesce a dormire e passa il tempo a guardarsi i film. 

Poi, verso la fine del viaggio, gli cedo il mio posto vicino al finestrino, ma di fatto non recupera un granché ed ha appena iniziato a sonnecchiare quando, uno steward, brutto come la fame e vestito con un anonimissimo completo blu, lo sveglia per chiedergli se vuole un omelette! 

Siamo in arrivo a Singapore!

Durante la fase di atterraggio cerchiamo inutilmente di vedere la skyline della città, ma, uno, siamo dalla parte sbagliata, due, una leggera nebbiolina associata a delle basse ed afose nubi tropicali ci impediscono ogni preview. Rimandiamo tutto al tour guidato col bus che faremo più tardi.

L'aeroporto è enorme e incredibilmente silenzioso. Quasi deserto. Arriviamo al baracchino del tour organizzato che è verso i gate B e prenotiamo per il giro delle 14.30. Dovendo aspettare un po' ne approfittiamo per entrare in una serra tropicale dove allevano bellissime farfalle 



e poi per ricaricare le batterie degli aggeggi elettronici. 

Quelle nostre, di batterie, mi sa che non si ricaricheranno tanto facilmente...



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