Faccio due o tre volte un giro al piano di sotto, dove sono riportati più voli e anche lì, nessuna traccia. Una voce si scusa, chiedendo comprensione per il fatto che, a causa delle forti raffiche di vento, tutti i voli subiranno ritardi. Ne approfittiamo per osservare attorno a noi. Due cose mi colpiscono: la la prima, molti australiani sono grassi, anzi obesi direi, ma sembrano sempre ben disposti a chiacchierare. La seconda: la sinistra si tiene non solo nelle strade, ma anche sulle scale mobili e i rubinetti si chiudono nel verso in cui da noi si aprono.
Forse qui la destra è progressista e la sinistra compra i parlamentari. Chissà, dopo chiedo a Luca...
Alla fine il vento si è un po' calmato e gli aerei hanno ripreso ad atterrare.
Ci spostiamo in zona sbarco e iniziamo i preparativi. Enrico di vedetta con la gopro (ovviamente scarica ed inutile) io un po' più indietro con i cappelli pronti ed il finto tabellone sull'iPad.
L'accordo implicito con Enrico era che lui doveva avvisare me senza farsi notare, ma quando Luca, dopo un tempo che ci è sembrato infinito, è comparso al livello superiore, non ha resistito ed ha cominciato a sbracciare vistosamente nella mia direzione attirando l'attenzione di Luca che, colto di sorpresa perché pensava fossimo più avanti, ha accelerato sorridente nella mia riduzione, rendendo così superfluo il cartello ed impossibile la sorpresa.
È stato come se ci fossimo lasciati mezz'ora fa a Malpensa, il 3 di luglio e ci fossimo rivisti adesso, mezz'ora dopo, a Sydney.
L'abbraccio forte e prolungato mi ha rivelato un Luca cresciuto e muscoloso come non è mai stato. S vede che la palestra o le fatiche prolungate di questa scuola Oceanica gli fanno bene...
Ecco, ora siamo pronti per la città. Solo una veloce fotografia e poi in taxi verso l'albergo.
La vacanza vera, inizia adesso.
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