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giovedì 31 ottobre 2013

La regola del contrasto

Qui a Sydney sono quasi le sei di mattina del primo novembre, le 8 di sera del 31 ottobre in Italia.

Mi sono svegliato di soprassalto, dopo aver dormito poche ore, mentre stavo facendo un sogno strano in cui mi nascondevo con Elisabetta in un vagone ferroviario che però si apriva in una grande stanza con taverna.

Tra poco devo svegliare i ragazzi per tentare una violazione del secondo principio della termodinamica: far diminuire l'entropia dei nostri possedimenti qui, dall'altra parte del mondo, e farli rientrare nelle valigie e negli zaini. 

Ci vorrà del tempo ed anche un po' di fortuna!

Nel frattempo non riesco a non pensare a questi due giorni e mezzo a Sydney.
Sarà che questa storia di vivere nel futuro, rispetto ai tuoi affetti, è così in contrasto con quella sensazione un po' disorientante, ma così chiara nei giorni sereni come ieri, che il sole abbia sbagliato strada e stia tornando indietro (il sole qui, va da destra a sinistra e quando lo noti ti sembra che abbia invertito la rotta), sarà che qui non riesci mai a capire da dove arriva la macchina o come si apra un rubinetto, fatto sta che, ad un certo punto, ti arrendi, molli gli ormeggi e ti lasci andare.

Non alla deriva però, anzi. L'impressione dominante è di muoverti in un mare trafficato, si, ma amico. Dove i venti, da ovunque spirino ti portano in posti piacevoli. Dove le spiagge, ovunque approdi ti riservano soggiorni rilassanti.

Il fare amichevole della gente, così diverso da quello sperimentato a Cuba meno spontaneo, più costruito, forse un pochino più del tipo : "noi qui siamo i migliori e staremmo bene anche da soli, ma siamo buoni con gli stranieri soprattutto quelli che ci hanno dato le lontane origini" ti mette comunque a tuo agio.
Quando puoi entrare all'Opera per ritirare i biglietti  in costume da bagno (non c'è nessun controllo burocratico né all'ingresso, né al banco) con una muta sporca di sabbia appesa ad asciugare sullo zaino, senza che nessuno ti guardi male o, tanto meno, ti dica niente, ti viene spontaneo rilassarti.

Ecco, questo senso di distacco dalle regole più convenzionali, più che un beneficio dell'essere in vacanza è il plus di questa città che, a distanza di mezz'ora, può essere Londra o Miami.
E' vero,  quando sei in vacanza puoi scegliere tu se essere nella city o a cavalcare un'onda ed il tempo non è così importante come quando lavori, ma mezz'ora è davvero poco e un costume, sotto il vestito, ce l'hanno, secondo me, anche i bankers con la cravatta un po' allentata che si incontrano sotto i grattacieli della City.

Fra poco, ci muoviamo in un'altra Australia, quella meno popolata dove ha vissuto Luca.
Là, forse, il contrasto sarà meno inebriante. 
Sarà buffo calpestare i suoi passi in questi mesi. Lo faremo con discrezione, senza disturbare.

Scialli, sciolti, tralli, questa sembra essere la regola qui, dall'altra parte del mondo.






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