Bisogna fare dei calcoli che io, ieri sera, lucido come non mai dopo una giornata di fancazzeggio totale, ho di sicuro sbagliato.
Fatto sta che, alle tre di qui, ora prevista per l'alzataccia, noi ronfavamo della grossa e nessuna sveglia ha turbato i nostri sogni.
Ci ha pensato, per fortuna, lo stesso telefono di ieri mattina, dimenticato con la sveglia puntata alle 4.15 di Brisbane, 4.45 di qua, irrompendo furiosamente in un sogno in cui io ed Elisabetta ascoltavamo Enrico Girardi raccontarci di un articolo da lui scritto su Michelangelo Mangano (lui ed Enrico sono due miei amici di vecchissima data, compagni di liceo) ispirandosi a questo blog. Insomma, quasi un incubo.
Ci siamo alzati di scatto, come scossi da una frustata che ha colpito il nostro orgoglio di uomini fedeli agli impegni presi e, in quattro e quattr'otto, ci siamo messi in strada diretti ad Urulu.
La Luna era già scesa ed il sole ancora un po' lontano dall'orizzonte, quindi siamo riusciti a vedere il braccio esterno della Galassia, le Nubi di Magellano, Orione, le Pleiadi e a fare tre o quattro foto.
Orioni, poi, qui che non c'è il mare e ad un'ora più tarda di quanto fatto a Lady Elliot, sembra tuffarsi nella Galassia, questo fatto che è a testa in giù ancora mi sorprende.
Guardate come si distingue bene il colore rossastro di Betelgeuse, la sua spalla destra, una supergigante rossa con un raggio di milioni di volte quello del nostro sole. E poi la nebulosa della spada, è veramente marcata la sua diffusione.
Il sole che sorge colora progressivamente Urulu sul lato opposto a quello che abbiamo visto al tramonto, ma l'effetto è meno marcato, o almeno così percepiamo noi. Le ombre e le sfumature sono meno evocative di quelle al calar del sole. E poi, il punto di osservazione è in comune con i bus (quello per il sunset, no) e quindi si viene subito accerchiati da camionate di giapponesi che fotografano a raffica senza chiedersi il perché.
Sentiamo il bisogno di un po' di riposo. Un paio d'ore possiamo concedercele. Se riesco a puntare la sveglia giusta per le 10.30, massimo 11 possiamo ripartire verso Kata Tutja.
¡Joder... que pesadilla!
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