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domenica 10 novembre 2013

L'evoluzione della specie

Una sequenza spettacolare di fulmini attraversa orizzontalmente il cielo di Brisbane rivaleggiando con l'arco luminoso del Victoria Bridge, il ponte che attraversa il Brisbane River in direzione del South Bank all'altezza del nostro albergo.

La zona, un tempo scalo ferroviario, è stata completamente rinnovata nel 1988 in occasione dell' Expo dedicato al divertimento nell'era tecnologica (18,5 milioni di visitatori...) e offre uno spaccato di modernità, natura e attenzione ai particolari che incanta.
Anche se percorsa di fretta e con l'obiettivo in mente di trovare una steak house per variare un po' sul cibo, non è possibile non notare la bellezza delle piscine  o dei passaggi pedonali protetti da un cielo di fiori rampicanti che si avvinghiano ai fili d'acciaio tesi a pochi metri da terra.

Come è impossibile non sostare estasiati, davanti alla pagoda nepalese, regalata alla città proprio in quella occasione.

O dalla serie inquieta di versi di uccelli che accompagna la nostra passeggiata notturna. Ho deciso di provare a darvene un assaggio con questo piccolo video... (ci rinuncio non ce la fa... immaginatevi un film dell'orrore o qualcosa di simile)


Ancora una volta l'Australia delle città ci colpisce per il contrasto, misurato e circoscritto a diverse modernità, ma pur sempre emozionante.

La mattina eravamo ancora a Byron Bay, nel paradiso degli hippies, a tentare le ultime surfate, dopo una notte passata a lottare contro un condizionatore che non voleva saperne di spegnersi.



All'ora di pranzo nella ultra frenetica Surfers Paradise, per permettere a Luca di salutare alcuni suoi compagni di viaggio sparpagliati in giro per il Queensland e oggi di passaggio mentre Enrico ed io ne abbiamo approfittato per dar fondo ai desideri di magliette scanzonate, marca Billabong,  con il taschino sulla sinistra che qui vanno tanto di moda e per comprare qualche braccialetto (disegnato qui, ma costruito in Cina) da portare come souvenir.

Questa sera, siamo a Brisbane,  nel mondo degli hipster, un prototipo umano dell'evoluzione tecnologica molto di moda qui nelle grandi città.

Come il culto del MOVEMBER, cioè l'usanza di lasciarsi crescere i Mustacchi a nOVEMBER per raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro alla prostata e altre patologie simili.

Il viaggio verso qui, rallentato da un traffico intenso, ma ordinato,  è stato un momento di bilanci e di riflessioni tutte entusiastiche su questa avventura di noi tre assieme. Ognuno ha espresso un suo parere sul posto più bello, ma nessuno ha saputo decidere quale fosse in realtà.

Una musica di contrasto come il resto, tra Guccini e Jimi Hendrix, ha fatto da sfondo a questi  ultimi cazzeggi in tre. 

Poi è arrivato il momento dei saluti. Come è stato diverso da quello a Malpensa, alla partenza!

Un Luca ormai grande e disinvolto nel muoversi in situazioni che, solo allora, lo avrebbero di sicuro spaventato, ci ha salutato, col suo zainetto in spalla, tutto teso a considerare la vacanza assieme a noi, una pausa e non un inizio del ritorno. 

Come è giusto che sia, deve godersi fino in fondo questo volo libero ad alta quota.

Peccato che, al ritorno alla macchina (btw, 18 dollari per due ore di parcheggio, in proporzione, molto di più del nostro albergo di questa sera, molto centrale e carino) il volo ad alta quota sia brutalmente precipitato: ci siamo accorti che ha dimenticato nel bagagliaio il suo computer di scuola... 
Mi consolo, perché questa cosa della distrazione che mi affligge da quando sono nato, non è solo dovuta all'età, ma è qualcosa che, noi Donisi, abbiamo dentro...
Domattina, sarò costretto a passare le prime ore al Post Office a tentare di spedirglielo.
Qui l'evoluzione non c'è stata: i figli sono peggio dei padri. 
E, a proposito di età, è incredibile come l'età media dei lavoratori qui sia sotto i 30 anni. Mi domando dove siano finiti gli altri. Se lavorano tutti nella "mind" come qui chiamano la parte dei servizi o se li abbiano fatti fuori. Non ho mai visto un cameriere, un gelataio, un commesso/commessa che avesse più di 25 30 anni. Bah! Anche questa è una cosa che colpisce.

Di ritorno dal South Bank, inzuppati fino al midollo, abbiamo capito l'origine dei versi strani che vi ho fatto ascoltare: sono enormi pipistrelli neri che volteggiano minacciosi, sinistramente illuminati dai fulmini di questo inizio. Domani, quando ritrovo l'attrezzo per scaricare le foto (che penso di aver lasciato in macchina, vicino al pc di Luca... o almeno spero) ve ne faccio vedere uno in foto.

Poi, forse, pacco postale permettendo, ci concediamo una gita lungo il fiume con l'unico parco coi koala e canguri di questa vacanza.

E' dall'inizio dell'esperienza che Enrico manifesta il desiderio di abbracciare uno di quei buffi marsupiali (i koala, non i canguri).
Il ragazzo con il cartello "Free Hugs" che ieri sera passeggiava per Byron Bay non è stato evidentemente un buon sostituto.

Ah, stavo dimenticando di svelarvi la vera ragione per il titolo del post (idea del genio creativo di Luca...). Ve la allego senza commenti. A voi capire dove sta l'evoluzione!



  





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