Senza occhiali vedo un po' sfuocato, ma la sensazione che si vedano molte più stelle che nell'emisfero boreale è netta.
Sembra di essere in alta montagna. Qui le luci da terra sono pochissime, solo il faro ogni tanto spazza debolmente il cielo. Dall'altra parte dell'oceano un fascio ancor meno luminoso colpisce il cielo rivelando con dolcezza la curvatura della terra.
Dei due botoli, solo Enrico resiste e mi accompagna, Luca è stanco: la festa di Halloween ha colpito duramente...
Siamo attorniati da uccelli che starnazzano violentemente emettendo suoni da giungla tropicale che, a tratti, mettono paura. Li senti muovere nei nidi e nei cespugli e pensi sempre a qualche bestia strana che salta fuori ad azzannarti.
Non fosse per la curiosità di vedere questo cielo per me nuovo, avrei già abbandonato dalla paura...
Alzo gli occhi e cerco di orientarmi. Ovviamente non ci riesco: questo fatto dell'inversione dei moti apparenti unito alla mia ben nota incapacità di indovinare le direzioni ed i punti cardinali, mi manda il cervello in pappa e non sono capace di ritrovarmi.
Poi, piano piano, ad est ( spero che sia est...) riconosco Orione. Ambiguamente capovolto come ha detto qualcuno... La nebulosa nella sua spada, M42, si distingue chiaramente.
Sotto di lui (non sopra) il Toro con l'ammasso delle Pleiadi è ancora basso all'orizzonte.
Verso sud, due macchie lattiginose che inizialmente la mia vista un po' offuscata confonde con delle nubi, si rivelano ben presto ciò che sono: le Nubi di Magellano.
Due galassie irregolari, satelliti della nostra Via Lattea, invisibile nel cielo boreale, furono scoperte nell'antichità dagli arabi, ma catalogate e rese famose da Pigafetta nel suo resoconto sui viaggi di Magellano.
Provo a fare qualche foto. La qualità non è un granché, perché un forte vento muove la macchina e questo, assieme alla lunghezza delle esposizioni, fa si che le stelle non siano proprio dei puntini luminosi. Rendono comunque l'idea e, quando guardo la prima ben riuscita nel visore, non lo nascondo, un po' di groppo alla gola mi assale.
Dopo un po' anche Enrico mi lascia e proseguo così d solo la mia nottata di osservazione. Mi ricorda tanto quelle che facevo, a quindici anni, dal balcone di casa mia nella periferia di Verona, quando ancora l'inquinamento luminoso era limitato e si potevano vedere le stelle anche da lì.
Unico rimpianto di questa nottata, non aver riconosciuto alfa centauri (la stella, anzi, il terzetto di stelle più vicino a noi) e la Via Lattea. La prima penso di averla vista, ma non sono sicuro, la seconda, forse è tutta lì che invade il cielo intero o quasi ed è meno irregolare che nell'emisfero nord, ma non mi è parsa così evidente. Domani mi ri-documento su entrambe ed alla prossima occasione spero di incontrarle.
I rumori degli uccelli e del mare attorno a me sono inquietanti e mi mettono paura, ma il mio ponte, questa notte, dà verso il cielo e quei suoni lo costeggiano soltanto. E' ancora presto per andare a letto, un'altra foto e poi vado...
P.S.: la connessione ad Internet in questo posto così sperduto è l'unica fonte di siracche, assieme ai miei occhiali. Quindi faccio fatica a comunicare come vorrei con casa. Un bacio notturno/diurno comunque ti arrivi attraverso queste stelle.
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