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mercoledì 6 novembre 2013

Dingo!

Cameron, la nostra guida dall'accento incomprensibile, ci conta, come ogni volta che saliamo sul bus,  con il suo modo un poco strano di muovere le mani per spuntare le persone.  Sembra accarezzarle una ad una. 
Stamattina ci aspetta una lunga traversata sulla spiaggia per scoprire la parte nord est dell'isola.

Più o meno a metà del tragitto ci fermiamo a rovistare con lo sguardo un relitto di una nave arenatasi nel 1935 a seguito di un uragano improvviso quanto violento. E' quasi completamente divorato dal mare e dai colpi di cannone sparati dalla marina australiana durante varie esercitazioni. 



Dopo poco però, il nostro camion 4WD, riparte  correndo sulla sabbia e sfruttando gli ultimi momenti prima che la marea divori la battigia. Ogni volta che spezziamo la risacca si sollevando alti spruzzi che invadono le fiancate.

Cameron si diverte a spingere al limite il motore lasciando che urli disperato ad ogni cambio di marcia.
Sarà per questo che, ad un certo punto il poderoso mezzo ci lascia a piedi. All'inizio cigola soltanto, poi sembra non avere più potenza e ci costringe a fermarci in mezzo al nulla, di fronte ad un oceano sempre più incazzato ed invadente.

Ne approfittiamo per fare la colazione al sacco e rilassarci un pochino osservando i giochi delle onde.

Poco fa, mentre volavamo a cento all'ora, prima un'iguana enorme ha attraversato impunemente l'autostrada di sabbia, 



poi un cucciolo di dingo ha fatto capolino tra le sterpaglia verso l'entroterra. Qui c'è pieno di cartelli che mettono in guardia da questi animali, ma a vederlo sembra un piccolo di cane lupo e fa tanta tenerezza.



Lo spettacolo di morte delle migliaia di uccelli morti invece, viene oggi aggravato dall'incontro con molti di loro ancora agonizzanti. Cercano inutilmente di muoversi, ma sono troppo deboli, Durante la sosta al relitto abbiamo anche provato a nutrirne uno, ma era così debilitato che non riusciva neanche a bere. Sono, purtroppo, tutti condannati a morire atrocemente.
  
Il pranzo al sacco lo facciamo sul punto più a nord dell'isola. Unica zona un po' rocciosa, dove, per raggiungere il punto più in alto, sembra di passeggiare sulla schiena curva di un enorme dinosauro. 


Da lì, nella stagione giusta, si possono vedere decine di balene. Noi ci dobbiamo accontentare di una grande manta ray e di un'aquila wedge tail. La macchia nera e minacciosa della manta, vista dall'alto, mi fa venire in mente lo spavento preso quando me la sono vista davanti, dentro l'acqua.

Nel pomeriggio ci concediamo un bagno in un limpido ruscello,  "Eli creek", ed anche il lusso di un volo a bassa quota su un aereo sobbalzante che ci mostra l'isola vista dall'alto.
Niente, quanto a sobbalzi, rispetto a quanto sperimentato nel bus nel tragitto in mezzo all'isola di ritorno fino al porto. 



Questa sera siamo a cena con la famiglia di Luca. C'è l'"host mother", Jodie, la "host sister" Emy con la bellissima figlioletta Anny di sedici mesi, i due gemelli, Matthiew e Steve ed un'altra ospite italiana, Caterina.
Parliamo del più e del meno, soprattutto di un tal Giiiovanni (pronunciato con la i marcata, all'australiana) che è stato loro ospite un po' di tempo fa.
Jodie ne parla ancora con entusiasmo. Quando le faccio notare che Giovanni si potrebbe dire come Jodie, sembra perdere l'incanto del ricordo.
Finito di mangiare, i ragazzi si sfidano a bigliardo ed un signore del posto, con una stecca da professionista gelosamente custodita in una valigetta di alluminio, si prodiga a spiegare a Luca come maneggiarla con un minimo di dignità.

La cena ed il dopo cena sono stati bei momenti, davvero.


Vedere Luca interagire con la sua famiglia qui ed anche Enrico, integrarsi immediatamente tra di loro, mi rende fiero di quanto questi ragazzi sappiano muoversi nel mondo.

Domani ci aspetta una lunga giornata di trasferimento nella Sunshine Coast, alla ricerca del piacere di surfare...
Magari non avrò granché da raccontare e tornerò sulla giornata di oggi (che invece di cose da dire ne ha parecchie), aggiungendo magari qualche foto, ma adesso sono stanco e vado a dormire.

Buonanotte (a me), buon pomeriggio (a voi)

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