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venerdì 15 novembre 2013

Tutto storto, tutto liscio

Vabbè, di sciocchezze in questo blog ne ho dette tante e quindi, anche se avevo detto che non avrei più scritto di cronaca, eccomi qui di nuovo a raccontare.

Ho però due buone ragioni per farlo.
La prima è che pubblico questo post mentre sto volando a 794 km/h e 12189 m sopra la magia di Urulu.
La seconda è che non si tratta di vera cronaca, ma del fatto che, nel mare di cose che non ho raccontato (per fortuna, direte voi) almeno due le voglio ancora dire. Se poi me ne verranno in mente altre, questa volta non prometto che non le scriverò.

Dunque, la prima é una sciocchezza.

Chi mi segue dall'inizio sa che all'albergo di Sydney avevo dimenticato il mio hard disk esterno. Il receptionist indiano, dopo aver controllato, alla seconda telefonata  mi aveva assicurato  di averlo ritrovato. Ero quindi rassegnato a farne senza lungo il viaggio quando, la sera stessa, è ricomparso in fondo allo zaino.  È nato allora il giallo di cosa avessero effettivamente ritrovato. Per risolvere il caso non c'era che d'aspettare di tornare a Sydney nello stesso albergo e farsi consegnare l'oggetto ritrovato. 
Ieri infatti, appena arrivati alla reception, dopo i convenevoli legati al fatto che il receptionist (non quello indiano, ma un altro) ci ha riconosciuto, abbiamo chiesto cosa avessero ritrovato.

Bene, con la stessa leggerezza del suo collega, il simpatico impiegato ci ha detto che non avevano trovato niente e che forse, al telefono, si riferivano ad un'altra stanza. 
Ora, chissà se qualcuno aveva dimenticato davvero un hard disk in un'altra stanza o se il nostro bagnoschiuma (comperato per 10 dollari in un 7-24 del Circular Quay) che è l'unica cosa che manca all'appello è lì triste e solo senza più possibilità di rivedere il suo padrone...

A dire il vero poi, il bagnoschiuma non è  la sola cosa che manca all'appello. Ho perso, questa volta davvero, la custodia dello stesso hard disk. È rimasta là, da qualche parte, a Lady Elliot.  Come il guscio, ormai disabitato, di una delle tartarughe che ha volteggiato intorno a noi in quelle acque da sogno, sembrava destinata a rimanere qui dall'altra parte del mondo.

La seconda non è una sciocchezza, ed è anche un po' personale, ma voglio scriverla lo stesso..

In questo mondo all'incontrario, dove tutto viaggia storto, al rovescio, dalle auto alle maniglie, dalle stelle  ai rubinetti, anche il mio rapporto con i ragazzi ha subito un'inversione. Temporanea, forse, ma sorprendente e del tutto positiva.

Ho vissuto con un Luca più maturo, più adulto, più sicuro. Nonostante gli strusciamenti, gli abbracci, le coccole, come sempre parte del nostro rapporto, era lui che guidava il tour, indicava le cose da fare e da vedere, lui che ci ha imposto il look e scelto i posti dove dormire o dove mangiare. Insomma, come nella foto dell'evoluzione, piccolo capolavoro della DONISI CREATIVE PRODUCTIONS, così nella realtà di questi intensi giorni, il leader incontrastato, l'essere più evoluto, è stato lui.
Una sorpresa, ma non tanto. Diciamo più una bella conferma della forza di questo ragazzo. Ed una diversa sfumatura nell'equilibrio di questo terzetto, per certi versi un po' speciale.

Luca, se leggi, sappi che sono fiero di te, come lo sono sempre stato e ancor di più, ma che la stessa forza la voglio vedere quando torni, impiegata ad affrontare le difficoltà di un rientro che sarà al freddo ed in salita...

La sorpresa, questa un po' lo è stata, me l'ha fatta Enrico. Con lui ero ormai abituato ad un rapporto tra persone adulte. Vissuto, fino all'anno scorso, con la disinvoltura ed un po' il distacco di due compagni di studi che condividono l'appartamento fuori sede e alternano momenti di confidenza profonda, resa possibile dal suo carattere aperto e riflessivo, a momenti di scazzo duro, quasi sempre per motivi legati ai soldi.
Qui, per la prima volta in vacanza noi da soli e con ogni motivo di litigio pecuniario per sempre alle spalle, ha prevalso un dolce rilassamento fatto di sguardi più che di parole, di gesti più che di confidenze. E, come ho detto in qualche post precedente, questa dolcezza, questo senso di abbandono lo hanno spesso trasformato ai miei occhi nel bellissimo bambino che è stato, con i suoi slanci di entusiasmo, il suo totale abbandono ai miei racconti, la sua voglia di capire e di squadrare la vita dalle mille angolature che solo un bimbo, a volte, riesce a cogliere.

Enrico, quando leggi, sappi che non avevo dubbi che saremmo stati bene, ma adesso posso dire che tutto è andato mille volte meglio del meglio che mi aspettavo. E questo, senz'altro, è anche merito tuo.

Quindi, alla fine, tutto storto, ma tutto liscio.


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