Partiamo con la nostra Nissan Pulsar, un macchinone finto quasi come le Emgrand cinese che avevamo affittato a Cuba e ci immettiamo quasi subito sulla Pacific Motorway.
In questo primo tratto, questa che è una delle principali vie di comunicazione, non ha niente da autostrada. Forse questo aiuta a rilassarsi e, coi ragazzi, è subito atmosfera da svacco all'americana.
Fino a Gympsie ascoltiamo una radio australiana che da quasi solo pubblicità, poi ci fermiamo in un centro commerciale con gli addobbi natalizi già in funzione e compriamo un cavetto per ascoltare la loro musica.
Saccheggiamo anche un supermercato comprando frutta ed affettati. Qui, li vendono al banco, già tagliati a fette e li prendono con dei guanti infilandoli in qualche modo dentro una carta oleata come quella che usavamo tanti anni fa.
La popolazione del centro commerciale ricorda quella che puoi incontrare da noi in posti analoghi. Famigliole brutte e scombinate, adolescenti grassi e chiassosi, pensionati pronti ad incazzarsi come dovessero ancora timbrare il cartellino, giovani coppie con bambini piccolissimi che stordiscono qui dentro per non sentirli piangere là fuori. Insomma, il peggio del campionario umano, concentrato in una barriera di negozi. Lo stacco con il meglio della fauna sottomarina addossata su una barriera di coralli è scioccante.
Ma, tant'è, dobbiamo abituarci a ritornare, piano piano, a queste frequentazioni.
La prima sosta vera la facciamo a Noosa, una graziosa cittadina balneare che viene considerata un posto ideale per il surf.
Oggi però, niente onde e quindi, quasi casualmente ci ritroviamo a fare un pic nic nel Noosa National Park, un residuo di foresta pluviale, ricco di piante secolari molto simili a quelle viste a Fraser Island.
Qui ci sono anche i koala e, mentre passeggiamo a naso in sù per scovarne qualcuno, ci attraversano la strada enormi lucertoloni e simpatici tacchini dal bargiglio giallo e la testa rossa. Di koala, neanche l'ombra.
Per fortuna che, ieri, ritornando ad Hervey Bay, proprio mentre commentavamo di non aver ancora visto i canguri, un branco dei buffi marsupiali si è manifestato ai nostri occhi nella radura ai bordi di un piccolo bosco.
La signora del chioschetto, gentile come sempre sono gli australiani, ci racconta che oggi non li ha visti neanche lei. Il suo collega dice più o meno la stessa cosa delle onde per surfare. Un gran successo, insomma!
Ci consoliamo con una sonora dormita sulla sabbia calda e luminosa della spiaggia, dopo una nella passeggiata sospesa su una pista pedonale in legno che costeggia il mare dal parco alla zona abitata e termina in un parchetto dove stanno terminando i preparativi per un matrimonio!
Una fila di negozi, bar e ristoranti, stile riviera romagnola, si affaccia sulla strada principale. Qui le case però sono tutte nuove e costruite con uno stile razionalista moderno, molto minimalista. Grandi vetrate e profili squadrati, ma sfalsati con moderne travature e vele a copertura dei balconi che si affacciano sul mare. Per dirla tutta, non sembra che ci sia nemmeno una lontana parvenza di crisi. Almeno in questa zona.
La seconda parte del viaggio prende forma su una motorway divenuta finalmente, prima a due, poi a tre e, nei pressi di Brisbane anche a quattro corsie.
Il panorama ondulato e dominato da foreste e dagli alberi di eucalipto viene, a volte, movimentato da strani coni montagnosi che ricordano le Meteore della Grecia o, in alcuni casi, le montagne dei deserti dell'Arizona. Sul ciglio della strada, grandi cartelli, propongono dei quiz, chiamati "Trivia" per tenere svegli i guidatori. Le domande, tipo : " Cosa rese famosa la tal città nel tal anno", sono seguite a distanza di qualche chilometro dalle risposte, Mi chiedo se sia prevalente l'effetto di tenerti sveglio o piuttosto quello di distrarti e mandarti a sbattere. Già la guida a sinistra è, di per sé, una continua richiesta di attenzione...
Ci pensano però i ragazzi ad animare il viaggio con la musica improbabile dei loro iPod. Da quella australiana di Luca , orecchiabile, ma sconosciuta a quella delle avanguardie giovanili italiane di Enrico scabrosa, strafottente e irriverente, ma almeno comprensibile. Se, siete capaci, provate ad ascoltare la musica de I Cani, oppure di Manuel Imcastro (il più divertente) o infine quella de Il Pagante. Un mondo diverso. Per bilanciare un po' ho chiesto di ascoltare un'equivalente dei miei tempi che, al confronto, sembra una canzone da corale della parrocchia: la mitica Avvelenata.
L'arrivo a Surfers Paradise è scioccante. Letteralmente un pugno nei denti.
La città è un'accozzaglia di grattacieli e strade in perenne rifacimento che si aggrovigliano accompagnate da migliaia di negozi illuminati dai riflessi dei monitor che trasmettono in continua le immagini degli acrobati sulle onde. Probabilmente i due scalmanati che sono, al contrario del sottoscritto, entusiasti di una tale esasperazione della vita da surfista, un po' hippie , un po' cagacazzo, sono già li che si immaginano, domani, in grado di emulare le stesse mosse.
Ci penserà la dura realtà del principiante ad abbassare le loro aspettative!
Vabbè, è giusto lasciarli vivere di sogni, sono ancora tanto giovani. Soprattutto Enrico che, stasera, si è visto costretto a ritornare in albergo a prendere un documento perché a cena non volevano servirgli una birra che non credevano fosse maggiorenne...
C'è rimasto così male che, ovviamente, io e Luca ne abbiamo approfittato...
Confesso che, questa vacanza, a tratti solo con Enrico (cosa che in fondo non è mai successa) mi ha portato molto spesso a rivedere in lui il bambino sveglio ed inquieto che ha illuminato i primi anni della mia esperienza di padre. Come se la barba, la mole, la laurea e la sua fiera indipendenza scomparissero, annacquate, da questa vacanziera convivenza ed emergesse prepotente quel suo modo di fare così esuberante e positivo che ce lo faceva vedere diverso da tutti gli altri (lo so, che vale per tutti, ma io di Enrico ne ho uno solo...)
Oggi, poche foto.
Una di Enrico che dorme, mentre io e Luca ridiamo di lui, però la devo mettere.
Enri è davvero il centro del nostro divertimento. Non fraintendetemi, non è un bersaglio, né lo zimbello.
E' semplicemente tanto, forte, esuberante, proprio come da piccolino ;)
E' semplicemente tanto, forte, esuberante, proprio come da piccolino ;)
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